Storie di bomber e di gente di provincia by Cristiano Carriero

Storie di bomber e di gente di provincia by Cristiano Carriero

autore:Cristiano Carriero [Carriero, Cristiano]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Les Flâneurs
pubblicato: 2021-11-16T04:00:00+00:00


Luigi Marulla

La città di Cosenza vive da millenni tra il mare e i monti; in pochi minuti si passa dal caldo del mar Tirreno alla frescura della Sila, un centrismo geografico da far invidia al buon Lele Oriali o alla vecchia cara DC.

In medio stat virtus recitava un proverbio latino, che invitava a ricercare l’equilibrio tra gli estremi, in modo da evitar esagerazioni: ecco, pur essendo geograficamente nel mezzo, Cosenza è l’esaltazione del continuo passaggio da un eccesso a un altro.

Lo dimostra il rendimento altalenante nel corso degli anni della squadra di calcio, il Cosenza Calcio 1914, che a differenza delle rivali regionali Reggina e Catanzaro, non ha mai ottenuto la Serie A.

Questo triste record negativo ossessiona ancora i tifosi del Cosenza, che non riescono ad accettare la supremazia territoriale delle altre due città anche in campo politico: occorre sottolineare che le rivalità tra le tre principali squadre calabresi (il Crotone è emerso soltanto negli ultimi anni) sfocia durante “I moti di Reggio” in seguito alla decisione di assegnare il capoluogo della Regione Calabria a Catanzaro. Se gli scontri coinvolsero principalmente la città di Reggio Calabria, rimasero ugualmente scottati i cosentini, che già contendevano la Sila con la provincia di Catanzaro, ma soprattutto perché la provincia di Cosenza è la più vasta della regione.

Da lì in poi, ogni persona proveniente da quelle zone sarebbe stata vista male da ogni cosentino, con alcune famiglie che addirittura arrivarono a proibire matrimoni tra ragazzi di Cosenza e Reggio o Catanzaro.

Ecco, fa sorridere pensare che il giocatore più importante della storia del Cosenza Calcio provenga da Stilo, in provincia di Reggio Calabria.

Il suo nome all’anagrafe sarebbe Luigi, ma per gli amici e per tutti gli appassionati di calcio, sarà sempre Gigi Marulla.

Pur essendo originario di uno dei borghi più belli d’Italia, si allontana da casa sua, come spesso accade ai giovani calabresi, per cercar fortuna col calcio.

In Calabria aver successo nello sport equivale a fare un terno al lotto, a causa della difficoltà nell’emergere in una terra così pragmatica, dove fare sport è ritenuto solo un piacere e non un’opportunità di lavoro, una mentalità errata che tristemente persiste tuttora: immaginatevi, dunque, un ragazzo di dodici anni che passa lo stretto di Messina e va a giocare in Sicilia.

La tempra dell’uomo si forma lì: abituatosi sin da piccolo alle sofferenze e alle angherie che subiscono i fuorisede, non avendo vicino a sé gli affetti più cari, cresce più di tutti, non solo fisicamente ma umanamente.

L’esordio tra i grandi, dopo essersi messo in mostra nelle giovanili dell’Acireale, avviene a 17 anni, sempre col club siciliano, in Serie D con due presenze per fargli prendere la confidenza con la categoria: sa già che dal prossimo anno la numero 9 sarà sua e che nessuno gli contenderà la titolarità, a 17 anni già regge fisicamente difensori più esperti di lui.

Non a caso la stagione successiva segna 9 gol e sfiora la promozione in C2.

Marulla si è già fatto notare agli addetti ai lavori e viene acquistato dall’Avellino di



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